La storia di Zacharias, the Everliving

Riporto una bella storia trovata sul web in capitoli

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    Capitolo I

    Il giovane Zacharias per molti anni si era sentito come la gente di Carroburg lo definiva: un fallito.
    Fallito fisicamente, con un corpo magro e debole e un viso scavato; fallito professionalmente dopo che il Mago Grigio che periodicamente passava al villaggio per raccogliere nuovi giovani di talento lo aveva cacciato via, dopo aver appena esaminato la sua mente, con un'espressione di disprezzo.
    Come umile bracciante, Zacharias non sarebbe durato molto: debole, malaticcio com'era, i genitori lo consideravano già morto.
    Fu durante un'uscita nella foresta, dove era andato per cogliere frutta, che vide qualcosa.
    Senza avvedersene era capitato proprio nella zona che la gente chiamava il boschetto maledetto, dove si diceva un tempo vivessero stregoni e uominibestia.
    Una specie di piccola cripta, in rovina, sepolta dagli arbusti attirò la sua attenzione.
    Eccitato e spaventato, Zacharias vi si avvicinò titubante...La debole porta corrosa dagl’anni cedette al tocco della sua mano, rivelando una bara nera posata al centro di una polverosa camera funeraria, chiusa, con un libro posato sopra.
    Zacharias era stupito e incuriosito: adorava leggere e quel volume rappresentò per lui una grande tentazione.
    Non aveva mai letto libri così grossi e ben rilegati, la famiglia non poteva permetterselo.
    Si avvicinò...Una strana aura elettrica era emanata dal libro, e Zacharias aprì la prima pagina con interesse morboso misto al panico più totale.
    A caratteri fini e minuti, vergati da molti decenni, le prime righe dicevano:
    “QUESTO LIBRO DESCRIVE LA PERDUTA ARTE DELLA VITA ETERNA. CON I SUOI INSEGNAMENTI LA MORTE NON ESISTERA' PIU'. PER COLORO CHE SARANNO TANTO SAGGI DA USARLO, QUESTO LIBRO REALIZZERA' SOGNI E PORTERA' PACE ETERNA NEL MONDO. SCORRI, O SACRA NECROMANZIA!”
    Zacharias sentì gli occhi inumidirsi.
    Lui, diventare un saggio eroe! Portare la pace nel mondo! Non aveva mai sentito parlare di una magia così bella! Prese il libro, lo mise nella saccoccia e corse a casa. Non avrebbe detto nulla ai suoi fino a quando non avesse letto un pò quel libro meraviglioso, e poi..poi si sarebbe riscattato di 23 anni da fallito!
    Nella saccoccia, il Libro dell'Arte Tombale, formato da frammenti dei 9 libri di Nagash e altri tomi oscuri, brillò
    funesto.
    Era di nuovo il tempo dei morti.

    Edited by LaurensV - 4/6/2021, 09:17
     
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    Qualcosa mi dice che al mago grigio fischiano un po' le orecchie adesso. :rolleyes:

    Aspettiamo il secondo capitolo daje
     
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    Capitolo II

    Le settimane che seguirono furono spese in fameliche letture...
    Zacharias trascurò perfino i pasti per correre nel suo cantuccio nascosto a leggere il libro.
    Tuttavia, i suoi genitori non sospettarono nulla: avevano molti altri figli e del resto non avevano mai prestato molta attenzione al ragazzo.
    Man mano che Zacharias leggeva il tomo, tra gli appunti farfuglianti e i testi macabri grezzamente rilegati (uno era firmato dal Grande Necromante in persona!) emergeva sempre più una dottrina oscura e terribile, un perverso senso della giustizia.
    Un contadinello suo coetaneo magari sarebbe rimasto preda di paure superstiziose, ma Zacharias no: forse era così infatuato di quella misteriosa arte da non badarci, o forse il libro lo aveva completamente stregato.
    Oggigiorno gli studiosi di Altdorf confutano queste idee: Zacharias è più volte ricordato come un essere meticoloso e sospettoso, e in possesso di una volontà ferrea.
    Pertanto solitamente si dice che qualcosa covasse già dentro di lui, forse un alito d'odio o un pianto silenzioso per un abbraccio mai dato...

    Edited by LaurensV - 30/6/2021, 10:47
     
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    Oh no Nagash che autografa i libri al Lucca Comics di fianco a ZeroCalcare!
     
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    Capitolo III

    Nessuno tranne Zacharias stesso sa la verità su questo, ma quel che accadde è noto a tutti e ancora tormenta
    i sonni dei villici che assistettero agli eventi che seguirono...


    A poco più di un mese dall'acquisizione del libro, Zacharias tornava verso casa dopo una mattinata nei campi.
    Come al solito, pensava all'Arte Nera.
    Aveva fatto progressi nascosti, e già piccoli cadaveri di uccellini e topi si muovevano al suo comando.
    Fiero, per una volta nella vita, di sé stesso, entrò in casa.
    Non scordò mai la scena che vide...
    Sua madre giaceva morta nella sala, la vestaglia intrisa di sangue.
    Suo padre le singhiozzava accanto, mentre i fratellini piangevano.
    “Zacharias...t-t-tua madre...dei banditi goblin...s-siamo arrivati troppo tardi…”
    Il ragazzo rimase fermo, rigido, mentre tutto il mondo mutava.
    Poi la vicina entrò urtandolo, con vari parenti, per consolare il padre.
    Mentre tutti gli uomini riuniti gridavano e piangevano, Zacharias scappò via, piangendo, verso il suo rifugio…
     
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    Capitolo IV

    “Sarai fiero di me, papà” borbottò tra sé il ragazzo, osservando la terra umida smossa di recente.
    Era passato un giorno dalla tragedia, e sua madre era già stata sepolta.
    Tutti avevano pianto, consolato, ma Zacharias in cuor suo scoprì di odiarli.
    Erano così inutili...
    Lui...lui no.
    Avrebbe di nuovo reso felice suo padre!
    Con un sospiro teso, raccolse la pala e si avviò verso la tomba, il libro sottobraccio, mentre le ombre della sera si allungavano.
    Nel cielo Morrslieb brillava di luce maligna.
    Zacharias scavò e scavò, alla luce della luna.
    Le magre braccia gli doloravano quando sentì la pala sbattere contro il coperchio della bara.
    Gli abitanti di Carroburg seppellivano profondamente i propri morti, per proteggerli dai ladri di cadaveri.
    Preso com'era dalla sua idea, il ragazzo neanche si rese conto di esserlo diventato lui stesso.
    Spezzò il coperchio della bara, e tirò fuori il corpo avvolto nel sudario.
    Contemplò un attimo sua madre...poi si fece forza: ricacciò indietro le lacrime, aprì il libro arcano e cominciò a declamare la formula…
     
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    Capitolo V

    Il padre di Zacharias stava per coricarsi; la giornata era stata triste da quando sua moglie era morta, triste e vuota.
    Massaggiandosi la faccia stanca, si accinse a salire le scale che portavano alla camera.
    Qualcosa lo trattenne.
    La porta si aprì, lentamente...l'uomo fu colto da un lampo di paura e rabbia ma penso tra se e se:
    “Ancora i goblin predoni? Bene, avranno ciò che si meritavano!”
    Afferrò una zappa, posata per terra, e si preparò a lottare.
    “Chi è!?” latrò con voce che due giorni fa non avrebbe saputo riconoscere come propria.
    “Papà...s-sei tu?”
    Zacharias fece capolino dalla porta, il volto era nervoso.
    “Che...cosa...ci fai in giro a quest’ora?” fu l'urlante risposta del padre “Ti ci metti anche tu...ora? Anche tu!?”
    “No, papà...ascolta. Ho fatto una cosa...non ci crederai...ho trovato un bellissimo libro dove si raccontavano tante cose strane...e in una pagina scritta con uno strano inchiostro rosso un signore diceva come salvare la vita alla gente, e che nei suoi Libri c'è il segreto per salvare tutta l'umanità. Io solo con una pagina ho...ci sono riuscito...la mamma ora è viva! Papà hai visto? Con una pagina sola! Ora che sei felice di me troverò tutti i libri del Signore, e con i suoi libri salverò tutti! Li salverò tutti quanti! Non è bello?” Guardò felice suo padre, ma il suo viso si specchiò in occhi pieni di terrore.
    “C-cosa?” sussurrò il padre “Cosa stai dicendo? Come ‘la mamma è viva’? Chi è quel Signore della pagina?”
    La porta si aprì di scatto, e dal buio scuro della notte lo zombi putrefatto di ciò che era stata la moglie dell'uomo avanzò barcollando, con gli occhi brillanti di luce maligna.
    “Quel signore si chiama...Nagash, credo” rispose Zacharias.
    A quel nome, la notte si fece più nera che mai…
     
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    Ma finito così?

    La moglie zombi ha anche i suoi pregi però :rolleyes:
     
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    Non avendo avuto più commenti o riscontri pensavo non interessasse a nessuno...continuo con la storia

    Capitolo VI

    “No...non-non è possibile...Alina...”
    Il padre aveva lo sguardo stravolto mentre osservava colei che un tempo era stata definita una donna.
    Il corpo marcio avanzò strascicando i piedi, un gorgoglio strano che usciva dalle labbra.
    “Papà? È la mamma...perché?!” Zacharias era attonito...
    “NOOO!” urlò l'uomo, e, presa la zappa, si lanciò sulla zombi, tempestandole il viso di colpi.
    Il naso schizzò via e un occhio si infossò nell'orbita, ma lei rimase dritta senza emettere un grido, alzando le braccia verso il marito di un tempo come un bizzarro gesto di supplica.
    Col volto paonazzo, l'uomo continuò a colpire finché il cervello non si sbriciolò e il corpo cadde inerte.
    Zacharias, senza parole dall'orrore, arretrò fino a trovarsi in strada.
    Il padre sollevò gli occhi dal corpo maciullato e lo guardò.
    Gli anni sono passati numerosi, il sole è salito e sceso tante volte nel cielo e così le tenebre, ma Zacharias non ha mai dimenticato quello sguardo, come fosse il marchio stesso della sua dannazione.
    Spaventata dalle urla, la gente del villaggio uscì dalle proprie case, armata di falci e forconi per il timore di un nuovo attacco dei goblin.
    Gli occhi di tutti si puntarono su Zacharias.
    Lento e stralunato, il padre uscì anch'esso di casa, con la zappa in mano.
    Molti inorridirono vedendovi colare del sangue rossiccio.
    Poi l'uomo parlò, la voce fredda, indicando il figlio:
    “Questo MOSTRO! Questo MOSTRO è uno stregone depravato, un profanatore di tombe! Distruggiamolo e anneghiamo nel sangue le sue empietà!”
    Zacharias, sconvolto, sentì diffondersi tra le bocche dei popolani quella stessa parola, insieme a insulti e scongiuri: MOSTRO!
    Poi i contadini gli si strinsero intorno, i visi spietati.
    “Io...ma...” Blaterò il giovane, poi, nel pieno della disperazione, tutto divenne chiaro ai suoi occhi.
    Nato in un mondo dove non era voluto, condannato mentre faceva il bene.
    “Voi...” risuonò fredda la sua voce come mai prima “Voi siete il male! Vi distruggerò! Ripulirò la Foresta delle Ombre dai patetici villaggi come questo! Zacharias il fallito qui muore!” Digrignò i denti e urlò “Zacharias il Necromante vi maledice!”
    Urlando, gli uomini gli corsero incontro.
    Ma ad un tratto un lampo nero si abbatte e tre uomini caddero carbonizzati davanti al ragazzo.
    Zacharias si volse, stupito.
    Un vecchio avvolto in una tunica nera, con un ghigno demoniaco sul volto pallido, gli appoggiò una mano sulla spalla.
    “Un necromante, eh?” bisbigliò con voce sepolcrale “Bene! Sapevo che questo villaggio sarebbe stato utile...Un nuovo apprendista per Dieter Helsnicht e tanti nuovi corpi per fare pratica, vero?”
    Zacharias tornò a voltarsi verso i contadini spaventati
    “Sì Maestro!”
     
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    eb6f2408-e9f7-48a7-8303-4eeb20d0fe73

    Ah forse sono l'unico che commenta, ma credo di non essere l'unico che legge. :b:
     
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    Bella vigneta :XD:
     
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    Capitolo VII

    Era ancora notte fonda quando Zacharias e il suo nuovo e primo maestro, il necromante Dieter Helsnicth, giunsero al rifugio di quest'ultimo, una grossa capanna in rovina nella Foresta delle Ombre.
    Molti contadini erano stati uccisi dalle oscure magie del vecchio, quella sera.
    Ora due di loro, sotto forma di zombi, stavano trascinando gli altri cadaveri, avvolti in un lenzuolo, verso il covo del mago.
    -Ahh- esclamò Dieter varcando la soglia –finalmente a casa!-.
    Zacharias entrò, e osservò l'intero titubante.
    Al contrario del pavimento spoglio, i mobili traboccavano di roba: fiale venefiche, libri di magia nera spiegazzati, gabbie con strani animaletti che si dibattevano, persino alcuni vasi contenenti parti di corpi umani.
    -Questa- disse Dieter facendo cenno al ragazzo di sedersi su una poltrona malconcia -è casa mia, il mio laboratorio, la mia ragione di vita. Così per ogni necromante, e così sarà per te.-.
    Zacharias annuì.
    Gli zombi entrarono, trascinando i corpi.
    Dal lenzuolo, sbucò una mano sanguinante.
    Dieter non ebbe bisogno di chiedere a Zacharias se era convinto di intraprendere questa vita di solitudine, di
    odio e di potere.
    Seppe che aveva scelto quando lo vide sorridere mentre il corpo del padre rotolava fuori dal mucchio, negli ultimi spasmi di agonia.
    I tre anni successivi trascorsero in allenamenti, esperimenti e occasionali lotte contro villici superstiziosi, che Dieter giudicava dei "test" per il giovane necromante.
    E i test venivano superati brillantemente.
    Zacharias diventava sempre più abile con la Magia Oscura e con le arti del Mago, colmando sé stesso e il vecchio di soddisfazione.
    Ma una cosa lo turbava, e non mancò occasione di manifestarla, una sera...
    -Questi olii di Khemri funzionano meglio di quanto pensassi- borbottò Dieter facendo cadere dal tavolo un corpo sbavante -ma gli appunti sono così incompleti...-
    -Proprio riguardo a questo, Maestro, pensavo...- Zacharias lo guardò fisso -ci sarebbe il modo di recuperare i Libri di Nagash? Mi avete detto che sono stati sempre nascosti...ma dove?...e da chi? Questo vorrei proprio saperlo...-
    Dieter si sedette, con un gesto di scoraggiamento
    -Perduti...perduti ai Necromanti, Zacharias. Solo di due so la posizione certa. Uno, il più importante, è nascosto dall'Impero nel tempio centrale di Altdorf, dove solo il Gran Teogonista può entrare. L'altro...-
    -L'altro dov'è?- incalzò l'allievo
    Dieter si massaggiò le tempie
    -Ti ho già parlato dei Signori della Notte- disse infine -ricordi quando ti parlai del fallimento di Neferata, dei necromanti diventati mostri notturni, di Strigoi, Necrarchi, Draghi Sanguinari?-
    -Questo che c'entra?- sbottò il giovane
    Lo sguardo di Dieter divenne cupo.
    -Perchè il secondo Libro è di proprietà di Melkhior il pazzo, il vampiro della Torre Maledetta-
    A Zacharias l'euforia morì in gola.
    Il sole pallido sembrava essere diventato più freddo, e una nuvola oscurò per un attimo la sua luce.
    La sua forma era inconfondibile: l'ala di un pipistrello.
     
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    Capitolo VIII

    Il giorno dopo, malgrado le paure che gli attanagliavano il cuore, Zacharias lasciò la capanna del maestro e partì verso la Torre, un lontano pinnacolo nero all'orizzonte.
    Dieter lo salutò tristemente, e gli regalò, come pegno d'addio, un bastone intarsiato di rune magiche, che l'allievo accettò con gioia.
    Il loro addio fu rapido...
    Mentre si internava nella macchia, Zacharias guardò l'ultima volta il vecchio.
    Era forse l'ultimo uomo che vedeva? Poi si riscosse, e riprese a camminare.
    In effetti, aveva ragione...
    Dal mattino dopo, gli esseri umani non sarebbero stati per lui che ingredienti, servi e ...cibo.
    Ma ancora non lo sapeva.
    Era quasi notte fonda quando il giovane giunse nei pressi della Torre.
    Aveva dovuto nascondersi due volte, per sfuggire a gruppi di goblin briganti, e ogni volta si era ripromesso che l'avrebbero pagata per quello che avevano fatto.
    Ora stava cercando l'entrata, sempre tenendosi tra i cespugli.
    Poi la vide: una piccola porta sgangherata, sorvegliata da un uomo avvolto in un logoro mantello da viaggio.
    Sotto i suoi occhi, l'essere si scoprì un braccio e...l'addentò con voracità!
    -Ghoul- borbottò tra sè Zacharias -e a digiuno, direi...-.
    Poi decise freddamente come fare per entrare nella torre.
    Il ghoul smise di rosichiarsi il braccio lacero quando sentì un odore, l'odore della sua ragion di vita: calda carne umana sanguinante.
    La poca intelligenza che dimorava nella creatura sparì, e l'essere corse ululando verso i cespugli.
    Ad accoglierlo fu una piccola pozza di sangue in terra.
    Il ghoul fu tentato di leccarla avidamente, poi la sua parte umana si chiese cosa ci facesse del sangue là.
    Se lo chiese troppo tardi...
    Zacharias pulì il pugnale affilato dal sangue del ghoul e si diresse in tutta fretta verso la Torre.
    Sulla soglia sostò un attimo, usando l'incanto dell'Individuazione della Vita sulla stanza oltre la porta, e non percepì nulla.
    Con un sorriso, entrò.
    Trovò un corridoio spoglio, e attraversatolo per quelli che potevano essere due o venti minuti, giunse in una stanza.
    Zacharias entrò, sconcertato.
    Era una biblioteca, piena traboccante di libri necromantici.
    C'era tutto ciò che aveva sempre cercato durante i suoi studi!
    Forse lì avrebbe trovato il tomo di Nagash!
    Il rumore della porta che sbattè lo fece voltare.
    Davanti a lui stava una creatura.
    Il corpo era un corpo umano, marcio e magro.
    La testa era pelata, e tra le falde del mantello lo fissavano due occhi folli.
    La bocca si aprì in un sorriso, rivelando canini aguzzi come pugnali.
    -M...Melkhior!-
    biascicò il giovane, in preda al panico.
    -Accurata deduzione, giovane Zacharias-
    sghignazzò la creatura.
    -Come sai il mio nome?-
    ribattè il ragazzo.
    -So tutto, Zacharias. Del tuo...genio creativo, del tuo stupido villaggio, del tuo vecchio...mentore. E so anche che ho grandi, grandissimi progetti per te. Sì! Grandissimi progetti!-.
    Con un ruggito il vampiro scattò.
    L'ultima cosa che Zacharias vide prima di perdere i sensi fu Melkhior che gli affondava i canini nel collo.
     
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    RIP povero Ghoul

    Un'altra terribile morte sul lavoro
     
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    Non sarà ne il primo ne l'ultimo nella Torre :XD: :XD:
     
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