Alè... Se n'è andato pure il George Michael...

Andrea Scanzi (giornalista)
10 h ·
Si vive probabilmente una volta sola, e lo si fa (come cantava qualcuno) "per consegnare alla morte una goccia di splendore". Quella goccia possono anche essere 5 minuti. Cinque minuti perfetti. Ed è questo il caso. Potevi detestare buona parte di quella musica spesso (non sempre) finta degli Ottanta. Potevi non amare i Queen, potevi non sopportare gli Wham!, potevi preferirne cento a George Michael (ma il vinile di Faith ce l'avevo e ce l'avrò: eccome). Poi però, durante quel concerto a Wembley che tutti videro perché non si poteva non vederlo, a un certo punto arrivò lui. E indovinò cinque minuti pazzeschi. Ricordo come fosse adesso lo stupore, e la magia, di quei minuti. Fu incredibile. Tutto andò al posto giusto, tutto suonò come doveva suonare. E infatti, alla fine, il più contento (e stupito) è Brian May, che sorride guardando Michael come a dire: "Cazzo, l'hai cantata bene come Freddie!". Tante cose passano, pochissime restano. Questi cinque minuti resteranno.