TERRA e SANGUE - CAMPAGNA di ALBIONE

Un oscuro Emissario si accinge a prendere il potere su Albione ma i suoi abitanti sono intenzionati a resistergli ad ogni costo.

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  1. dol_guldur
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    Salve a tutti, tiratori di dadi!
    Ieri io e un mio amico abbiamo iniziato la campagna invernale, e per essere sufficientemente vintage, abbiamo scelto la famosa campagna del 2001 Supplemento Warhammer "dark shadows" basata sull'invasione della mistica isola di Albione, il tutto attualizzato alla 8°edizione.
    $_1

    Essendo amanti del background abbiamo scelto di utilizzare come:

    - DIFENSORI dal libro di homerules: Albione con la possibilità di inserire contingenti alleati di truppe.

    - INVASORI dai libri di Guerrieri del Caos e Bestie del Caos.

    In questa discussione ogni scontro avrà un racconto introduttivo, un commento alle fasi condito da foto, ed un epilogo che speriamo possa divertire se non appassionare i nostri cari " 25 lettori".
    Eccovi dunque il breve cappello introduttivo alla campagna.

    CAMPAGNA DI ALBIONE



    L'isola di Albione è una terra mistica, avvolta da nebbie eterne e ricca di magia, i popoli fieri che la abitano nel sono uomini forgiati nelle intemperie e nel ferreo rispetto delle ancestrali tradizioni.
    Ma un rinnegato della loro gente, lemnus l'emissario oscuro, esiliato per aver rinnegato la Tradizione ed aver abbracciato il corrotto culto del caos, ha scatenato con le sue arti magiche cataclismi sull'isola e si accinge ora ad invaderla con orde di barbari e seguaci per poter così dominare l'isola ed esserne il sovrano incontrastato.
    Tuttavia, il saggio Veriloquiante Fithurix, Custode della Antica Via e delle Tradizioni, lo stesso che lo scoprì trafficare col maligno non è rimasto passivo e suonati i corni di guerra sta radunando le fiere genti di Albione per respingere l'attacco ormai prossimo.


    Edited by dol_guldur - 18/12/2016, 18:21
     
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  2. dol_guldur
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    SCENARIO 1: Le nebbie indietreggiano


    In un freddo mattino, Bogos, un cacciatore che prestava servizio di guardia stava proseguendo la sua ronda vicino alle rovine dell'antico approdo di Varnae unico punto dove la insormontabile scogliera si interrompe, quando un rumore improvviso lo svegliò dal torpore, era sicuro di aver visto un cespuglio muoversi. Liberò presto l'arco a tracolla dall'impiccio del mantello ed aperta velocemente la faretra sfilò una freccia e la incoccò. Il cespuglio rimase immobile. Si decise allora ad avanzare, passo dopo passo senza fare rumore, gli occhi fissi sulle fronde colme di bacche purpuree. Uno scatto, rumore di rami spezzati ed un'ombra che fila veloce come il vento tra gli esili alberelli della costa.
    - Un cinghiale! - Esclamò divertito, ma ragionando in un lampo capì che poteva tornare dalla ronda con un succoso banchetto per la numerosa famiglia.
    Gli corse dietro, sempre con la freccia incoccata, una abilità imparata dal padre e dai fratelli, tutti dello stesso mestiere agili di gambe e lunghi di fiato e in un attimo si trovò a tallonare la pista della bestia. Non avrebbe sprecato nemmeno una freccia, il colpo doveva essere preciso e sicuro appena l'ungolato si fosse girato per affrontarlo.
    Sbucando dai boschi sulla grande collina sovrastante l'arcaico approdo, il cinghiale continuò la corsa, per un centinaio di metri circa per poi arrestarsi alla vista del mare, girarsi e come da sua natura, affrontare il suo inseguitore.
    - Sei mio! - Gridò Bogos vittorioso tendendo la corda dell'arco, ma non scoccò.
    Rimase immobile
    L'animale parve quasi confuso mentre il cacciatore metteva a fuoco con l'occhio buono delle sagome che parevano spezzare la continuità della linea del mare ed approfittandone si dileguò.
    Bogos trattenne il fiato, vele rigate e snelle navi dalle forme serpentine si stavano avvicinando col vento in poppa alla costa.
    Realizzò in un baleno che la tempesta predetta dal Saggio Veriloquiante stava giungendo, che sarebbe passata da li, e che il suo dovere verso la sua terra sarebbe stato il primo a farlo.
    Le mani gli tremavano mentre apriva la bisaccia più svelto che poteva per legare l'esca e la paglia intrisa di resine allo stelo della freccia, due volte il vento dissipò le scintille prodotte dall'acciarino, ma infine il dardo iniziò ad ardere di una fiamma calda e scintillante.
    Incoccò, tese l'arco meccanicamente e scoccò il segnale nella direzione del villaggio, che tutti sappiano, che tutti vedano: la guerra è cominciata.
    Due occhi foschi si socchiusero, l'attenzione catturata da una lieve scia luminosa che si alzò dalla scogliera stagliandosi contro il cielo plumbeo per poi ricadere lentamente nell'entroterra.
    La possente mano di Akmar si strinse sul manico dell'ascia ed un sorriso crudele dischiuse le labbra violacee e spaccate dal vento del mare.
    - Alle scialuppe! - Tuonò con voce possente.

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    ATTACCANTE (500pt):
    Eroe Esaltato, scudo, spada del colpo sicuro
    16 guerrieri del caos, scudi
    14 predoni, leggera, flagelli
    DIFENSORE (50pt):
    8 frombolieri, 2 scudi + campione
    3 catapulte

    BATTAGLIA!


    Le scialuppe, spinte vigorosamente procedono rapide, gli albionici corrono sulla riva e tirano ai caotici con le frombole (o archi corti sui modelli), ma un solo colpo giunge debolmente a segno senza far danno, così non è per le arcane macchine da guerra che mirando alla testa di Akmar sfoltiscono diversi guerrieri della sua scialuppa.
    La marea è a favore e una delle scialuppe sembra dover arrivare a riva, ma si ferma a pochi metri incagliandosi su uno scoglio, il tiro si fa più preciso e diversi predoni vengono tramortiti e cadono in mare affogando, una scialuppa viene centrata facendo strage dei norsmanni.
    Tutte le scialuppe giungono a riva, da quella incagliata due possenti guerrieri saltano in acqua per mettere piede a riva, ma l'armatura li trascina a fondo, solo due predoni mettono piede sull'isola, i valorosi albionici corrono a ripararsi dietro le palizzate continuando a tirare e facendo altre vittime, due colpi devastanti centrano la scialuppa dei norsmanni facendone strage.
    Esaltato dal sangue sparso, Akmar mette piede sulla spiaggia e corre in avanti, alla sua sinistra l'intera orda dei guerrieri si riversa urlando sulla battigia. Bogos, caricata la sua arma scaglia un proiettile e coglie Akmar dritto sul volto, il colpo è fortissimo ed il capo guerriero perde momentaneamente coscienza e cade rovinosamente nella sabbia, il tiro degli altri si rivela poco efficace ed anche le catapulte sembrano risentire del panico che inizia a serpeggiare tra i difensori.
    l'orda caotica si abbatte sulle misere difese ed i pochi albionici resistono come possono, ma vengono falciati come fili d'erba uno dopo l'altro, una catapulta riesce a piazzare un buon tiro uccidendo un paio di guerrieri mentre scavalcavano la palizzata.
    Akmar, livido d'ira si rialza e si rende conto che è rimasto indietro rispetto ai suoi guerrieri che già hanno versato il primo sangue, onore che spettava a lui, urla e corre alla palizzata mentre il massacro continua a favore degli invasori.
    Vengono raggiunte le macchine da guerra e la lotta diventa furibonda, Bogos si porta a protezione di una di esse, affronta quello che sembra un cavaliere bretonniano, ma che invoca divinità blasfeme invece della Dama, viene colpito e sbattuto al suolo, Akmar carica spostando a spallate i suoi e arriva sull'ultima catapultainiziando a mietere vittime.
    La battaglia giunge al suo tetro epilogo, Akmar falcidia tre serventi con la sue spada, colpendoli in maniera ripetuta ed isterica, gli ultimi difensori sono finiti a terra, schiacciati dai possenti stivali, solo Bogos evita l'ascia del bretonniano rinnegato e fulmineo si rialza per dileguarsi nella foresta.
    Lo sbarco è riuscito, l'esercito invasore è padrone del campo e ha creato una testa di ponte sulla scogliera.
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    I gabbiani si levarono in volo terrorizzati, i loro becchi ancora grondanti delle interiora dei cadaveri portati a riva dalle onde, mai un urlo si levò così feroce ed agghiacciante sull'isola.
    Odio puro.
    Akmar vuotò i polmoni e poi li riempì ansando con la brezza marina mista all'odore del sangue sparso quella mattina, il volto tumefatto, gengive e denti spaccati.
    Un sasso, anonimo e miserabile lo aveva arrestato, umiliato sotto gli occhi dei suoi guerrieri e degli dèi perniciosi nel momento in cui doveva rifulgere alla testa delle sue truppe.
    A poco contavano le vite prese sulle macchine da guerra, ora in fiamme, ancora meno l'aver sterminato ogni albionese che si fosse opposto allo sbarco, a nulla l'aver perso la metà dei suoi uomini che ora giacevano riversi sulla sabbia.
    - Capo! - un norsmanno lordo di sangue e ancora ebbro di massacro interruppe i suoi pensieri, aveva in mano una testa mozzata dopo aver eviscerato un giovane albionese presso le palizzate – il bosco sembra sgombro di prede, ci sono solo le tracce dell'ultimo.-

    ULTIMO
    Rimbombò cavernosa una voce nella mente di Akmar

    -….ultimo?- ripetè sibilando tra i denti rotti

    ULTIMOOooo!
    Rimbombarono stavolta più voci confondendosi tra il mellifluo e l'accusatorio, accompagnato da un insopportabile formicolio.

    - Si Capo! Uno di questi bastardi senza palle, era ferito ma correva come un cervo! In quattro balzi è sparito nel bosco lasciando solo qualche chiazza di sangue. Peccato, avrei voluto prendere la testa anche di quest'ultimo.-

    ULTIMOOOHHH!!!
    – l'urlo nella testa divenne una lama arroventata di odio e vergogna, Akmar afferrò il volto del guerriero, tirando con i pollici ne scardinò la grossa mandibola e con un secco scricchiolio accartocciò elmo e cranio.
    Folli risate eccheggiarono svanendo nella sua mente come uno sciame di insetti che si disperde.
    Un urlo di approvazione scoppiò tra i guerrieri intorno “AK-MAR! AK-MAR! AK-MAR!”
    Solo un cenno di approvazione venne da un cupo elmo pentolare che sovrastava un tabarro nobiliare zuppo di sangue.
    - Silenzio! - Urlò fuori di sé – pattugliate la foresta, scovate il fuggitivo! Trovate il villaggio più vicino e saccheggiatelo!-
    Sapeva che lo avevano visto cadere, sapeva che se avesse perso il rispetto dei suoi guerrieri sarebbe stato sfidato o ucciso a tradimento. Non poteva essere umiliato così, non poteva…
    - e' colpa sua…- mormorò tra le schegge di denti
    Non gli era mai piaciuto l'emissario oscuro, già dal primo sguardo quel lemnus gli era parso viscido e burroso. Ma le prospettive di ricchezza e di una intera isola da sacrificare agli dèi oscuri erano troppo allettanti, un modo per ascendere alla grandezza da sempre cercata ... ma quella voce querula e lo sguardo lubrico non lo avevano convinto, anzi, si sentiva quasi sporco dopo averlo ascoltato a lungo.
    - Se la sventura mi perseguiterà… lo ucciderò! - disse tra se mentre osservava sul mare i numerosi drakkar avvicinarsi alla costa, ora colma di gabbiani che banchettavano.
     
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  3. Tommaso Taormina
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    A quando il proseguimento?
     
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  4. dol_guldur
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    SCENARIO 2: Le Paludi


    Grigio.
    Bogos sbattè gli occhi più volte, ma vide solo il grigio del cielo plumbeo.
    Un fruscio di vesti pesanti e il respiro pesante di decine di persone gli fece voltare la testa, provò ad alzarsi torcendo il busto ma una fitta lancinante gli mozzò il fiato.
    - stai fermo, sei ferito – riconobbe la voce di Nertos, suo fratello maggiore.
    - dove... dove siamo? - balbettò
    - Siamo da 3 giorni in viaggio nelle paludi di Argantias, ci dirigiamo verso i territori del Clan McBeli. -
    - no, loro no! - disse con una smorfia tendente al sorriso sarcastico.
    - tranquillo, stavolta nessun baratto di bestiame per le alleanze, abbiamo chi garantisce per noi. -
    - e chi è? - chiese strabuzzando gli occhi con fare interrogativo
    - Fudor McArthur in persona. -
    - Lui!- esclamò incredulo - il Grande Orso è lì? -
    - No – Nertos lo guardò con un ampio sorriso – è qui con noi! -
    Bogos vide la possente sagoma di un uomo a cavallo passargli a fianco, fare un cenno con la testa che fece ondeggiare l'alto cimiero di crine per poi proseguire al trotto. Solo in quel momento si rese conto di essere su una barella trainata da un mulo.
    - Ma … dove siamo? -
    - Nelle Paludi di Argantias ti ho detto, fratellino! -
    - e come fa ad andare a cavallo? Come facciamo a muoverci? -
    - Beh… se qualcuno avesse mai dato del matto a Fithurix, di sicuro oggi si è rimangiato tutto. -
    Bogos a fatica alzò il torso e vide una lunghissima processione di persone, donne, bambini, guerrieri, carri stracolmi di bagagli caricati in fretta e furia, marciare su un vero e proprio ponte di melma che si solidificava sotto i loro passi.
    Tutto attorno le paludi marcescenti emanavano i loro fetidi umori, ma ad ogni passo l'acqua marcia e la melma si cristallizzavano in una compatta massa di terra per poi risciogliersi un istante dopo.
    - ma...che prodigio è mai questo?? Se sono 3 giorni che marciamo così..-
    - arriveremo entro stasera – Concluse Nertos - tutti i clan della costa stanno venendo con noi nelle terre dei McBeli. Purtroppo non era una semplice scorreria, ma una grande invasione. -
    - ...ed il nostro villaggio? - chiese d'un tratto spaventato – nostra madre, Uxos, Roy, la piccola Sanna? -
    - Mi spiace Bogos – Disse abbassando la testa, lo sguardo contrito - … la nostra famiglia … è tutta qui.-
    Il cacciatore si sentì mancare, appoggiò la testa e sospirando chiuse gli occhi. Lentamente, mentre risprofondava in un sonno pesante, gli affiorò nella mente una immagine, un guerriero mostruoso con la bocca piena di denti spezzati e sanguinolenti.

    - Maledizione, dove si è cacciato?? - brontolò innervosito Akmar.
    In quella melmosa palude, piena di canneti marcilenti, con la barocca armatura del caos che sprofondava ad ogni passo nella mota puzzolente era difficile muoversi, e di certo i suoi uomini non se la passavano meglio, dopo la foga iniziale il clima di pioggia perenne e la fetida morsa del fango ne minavano l'umore.
    Era stato chiamato da lemnus a conferire con lui vicino ad un grande salice per la strategia del prossimo attacco, aveva detto che sarebbe stato un incarico della massima importanza.
    Akmar si aggirò spazientito sbuffando ed imprecando tra le lame che un tempo furono i suoi forti denti, era quasi propenso ad andarsene quando udii un suono totalmente insolito provenire oltre un canneto.
    Era un verso basso e frenetico, indefinibile, a tratti un impastato sbuffare e un rumore ripetitivo, come di arbusti che fendono l'aria. Non poteva essere il vento.
    Tese l'orecchio e si avvicinò lentamente, tutti i sensi tesi e la mano corsa istintivamente all'impugnatura della spada. I pesanti stivali calcarono troppo una radice marcia che si spezzò sollevandosi e ricadde nelle acque marce sollevando uno spruzzo.
    Il rumore cessò per un attimo e poi sentì di nuovo quel basso gorgogliare, alternato stavolta al medesimo ma di un tono più alto e nasale. Non erano versi: era un dialogo in una lingua sconosciuta.
    - Mostratevi a me! - urlò con il tono più minaccioso che aveva, sguainando la grande spada che riflesse la sua aura cremisi sulle acque intorno.
    Una sagoma confusa si mosse lentamente in silenzio verso di lui, apparve una figura curva ed esitante, avvolta in un mantello nero, sembrava quasi fluttuare senza sfiorare l'acqua putrida.
    - sei tu, emissario! -
    - ma certo – rispose corto con una malcelata punta di fastidio – ti ho fatto chiamare per affidarti un compito importante. Gli approdi principali sono nostri ormai ed anche i villaggi della costa sono stati saccheggiati, ma gran parte degli abitanti sono sfuggiti – fece una pausa studiata - tu sai come? -
    - conoscono l'isola meglio di noi – grugnì il guerriero.
    - sei perspicace, ma non intelligente – gongolò provocatorio – ma scordi che anche io la conosco bene, non vorrai offendermi per caso. -
    Akmar non rispose, ma il sinistro scricchiolio delle mandibole comunicò eloquentemente rabbia malrepressa anche nell'oscurità rotta solo dall'aura rossastra della lama.
    - Il veriloquiante è un mago potente, ma un intero popolo non lo si può far sparire o volare a proprio piacimento. Occorre avere una strategia. -
    - e quale sarebbe? - chiese spazientito il guerriero.
    - Ma proteggere i suoi simili no? E noi proprio lì andremo a colpirlo -
    - e come facciamo se son spariti in mezzo a queste schifose paludi? Sono 3 giorni che gli corriamo dietro ma niente! E non si trova una sacca, una gerla, un carro abbandonato, niente in questo fango maledetto che..-
    Si interruppe bruscamente...in quel momento gli parve di vedere un fioco lampo in mezzo alla distesa di melma, una impressione, eppure con una nota di forte ostilità.
    - Io non offenderei i padroni di casa – ghignò sornione
    Un puzzo fetido ed un gorgoglìo fecero girare Akmar di scatto e si trovò a una spanna da un enorme occhio giallastro che lo fissava maligno. La spada rossa guizzò fulminea verso l'iride ma non la raggiunse mai, Akmar fu catapultato molti passi indietro e cadde riverso nell'acqua.
    Si alzò precipitosamente sputando e urlando di rabbia, ma si trovò circondato da corpulente sagome coperte di mucillaggine e verruche, tutte con un grosso occhio che lo fissavano ed un puzzo salmastro indicibile.
    - SANGUE PER IL DIO DEL SANGUE! - gridò feroce ma il fendente sanguigno sibilò sul pelo dell'acqua senza incontrare nulla.
    Una risata gracchiante e petula venne dalla sagoma incappucciata vicino al grande salice, vicino a lei, diversi punti gialli, occhi socchiusi come a deridere.
    - Che diavolo sono queste...bestie? - Disse mentre si trascinava nella fanghiglia con il chiaro intento di completare il suo intento truculento.
    - Fomori – rispose lemnus – servitori degli dèi oscuri, poi abbandonati, quasi come te, ed ora, miei! Ihihih – rise isterico
    - Ora sbudello quello grande per vedere come è fatto dentro! - ansimò mentre arrancava
    - Tu non li toccherai, Akmar, loro sono la tua missione. -
    - CHE COSA!?!?! - abbaiò sorpreso.
    - Loro ci guideranno attraverso le paludi, partiremo stanotte ed andremo a spezzare la resistenza di quella accozzaglia di clan che pensano di poterci arrestare. Tu dovrai comandare l'avanguardia assieme ai fomori, arrivare al villaggio dei McBeli e sterminare tutti i sopravissuti! Tutti! Animali, donne, bambini e ragazze giovani! Tutta Albione dovrà capire che tremendo errore ha fatto cacciandomi via! Mykial è una potente maga, che conosce una infinità di arti oscure e ...pratiche del dolore… affidati a lei… affidati a lei…. Affidati a lei… .- la voce si nebulizzò nel proprio eco.
    Akmar si trovò all'improvviso da solo, il vento scuoteva debolmente i giunchi che frusciavano.
    Rimase immobile per molto tempo, mandibola e mani contratte, come una statua abbandonata in una alluvione, ma nell'altro mondo, qualcuno ascoltò con molto interesse la sua preghiera.
     
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  7. Tommaso Taormina
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    Sempre piu interessante :D
     
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  8. dol_guldur
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    Salve a tutti e buone feste! Abbiamo finalmente giocato il secondo scenario, purtroppo rimandato da influenze varie, ma finalmente ci siamo.
    Lo scenario è secondo me molto squilibrato: 1500pt di attaccante che deve portare le proprie unità attraverso le linee nemiche forti di 3000pt e farle uscire dal lato dell'avversario. Ma siccome è una campagna narrativa ci sta eccome, ricordo che in questa campagna vi sono anche gli eventi metereologici, dove dalla tipica pioggerella fastidiosa possono arrivare rovesci disastrosi per movimento e tiro.
    Ma ora smetto di annoiarvi ed ecco la battaglia!
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    ATTACCANTI:
    L'ORDA INFANGATA

    *emissario oscuro 3° liv. - sapere Contaminazione
    *fomoro stregone 2° liv. - sapere Ombra

    EROI:
    Eroe esaltato, scudo, spada colpo sicuro 132

    TRUPPA:

    8 mastini 48
    8 mastini 48
    20 Guerrieri, scudi, gdc 330
    20 Guerrieri, scudi,gdc 330
    20 Predoni, scudi, legg, flagello, A.M. 220
    15 Predoni, scudi, legg, flagello, A.M 170
    SPECIALI:
    3 fomori, nobile 240
    TOTALE 1508

    DIFENSORI:
    LA SCHIERA DI MAGH TURED – ALBIONE

    GRANDI EROI:
    Fudor Mac Arthur – Warleader
    Amatura leggera, Lancia del Sole, scudo, tatuaggi talismanici (TS 3+), destriero pt.256
    Fithurix Mc.Beli – Veriloquiante 4° (Bestie) – Triskele, Dispel scroll, alabarda, tatuaggi talismanici (ts4+) pt.352

    EROI:
    *Ossian Mc.Duir -Veriloquiante (Mercenari) 2° liv.
    Cormac Chath. Campione di Albione pt.245
    Amanthas (Ellinor) the Huntress pt.150
    Perceval Mc. Amor- Capitano Alfiere
    Banner of the Sun King, lancia, giavellotti, scudo, destriero, tatuaggi pt.166

    TRUPPE:
    39 Guerrieri ACM, spada, scudo, tatuaggi pt.264
    40 Guerrieri ACM spada, scudo, tatuaggi pt.270
    10 Cavalieri A.C.M Lance, Giavellotti, tatuaggi, armatura leggera, Stendardo della Velocità pt.245
    10 Youngbloods M Fionde pt.70
    2 Addestratori + 5 cani pt.56

    TRUPPE SPECIALI:
    13 Cacciatori M. pt.140
    3 Malebestie (ts 3+) pt.240

    TRUPPE RARE
    Gigante -tatuaggi- pt.195
    Gettapietre pt.125
    Mastodonte pt.225
    TOTALE: 3000

    BATTAGLIA!


    La colonna caotica arriva sul campo di battaglia, a sinistra, fomori, predoni, guerrieri e mastini e specularmente si estende il fianco destro coi mastini a chiudere.
    Immediatamente, dal folto di una foresta molti dardi precisi iniziano a bersagliarli, quindi scatenano una muta di mastini per stanare i tiratori dalla macchia di fronte a loro.
    I tiratori si ritirano precipitosamente ma riformano fuori dal bosco ed appena spuntano le fetide zanne dei mastini li decimano e costringono alla fuga.
    Akmar alla guida dei suoi guerrieri sull'ala sinistra, appena sorpassata la foresta non crede ai suoi occhi: ogni frasca sembra pullulare di nemici, unità di schermagliatori , compatte orde di fanteria e perfino un gigante si parano davanti e alla sinistra e già frecce e pietre sibilano sui predoni a fianco a loro, ma gli ordini sono chiari: superare le difese e proseguire sul villaggio ad ogni costo.
    Il tempo peggiora ma non troppo, rimanendo una pioggia sostenuta che trasforma i pantani in paludi.
    L'agguato degli albionici è completo quando anche sul fianco destro mostruose creature senza volontà emergono da una palude ed avanzano barcollado, mentre un mastodonte torreggia dai cespugli.
    Dalla radura in fondo al campo un druido alza le braccia al cielo invocando il vento di Ghur, un verso tonante si leva crepitando di energia magica ed emerge un immenso drago di fuoco.
    Nemmeno il tempo di realizzare di essere caduti in trappola che il proiettile di un gettapietre schiaccia molti predoni sul fianco destro ed una freccia magica scoccata da Ellinor colpisce l'emissario oscuro dentro la sua unità.
    Mykial, la strega fomoro e lemnus cercano invano di disperdere e contrattaccare con incantesimi, ma i venti della magia aleggiano debolmente intorno a loro mentre i guerrieri avanzano incuranti dei nemici.
    Il drago carica sui fomori e la sua fiamma ne consuma completamente uno, poi si avventa con unghie e zanne, i fomori combattono ferocemente ma nessun colpo può penetrare le scaglie del drago, l'unità scappa ed il drago la raggiunge, al momento di chiudere le fauci sulla strega, questa si scioglie in poltiglia fangosa disperdendosi.
    Il drago impatta poi sui predoni del caos che combattono con valore ma alla fine sono decimati e distrutti.
    Sul lato destro i mastini subiscono la carica del mastodonte e vengono spazzati via dalla mole del mostro.
    Le forze del caos sanno di essere circondate e devono passare a tutti i costi, caricano a testa bassa, ma gli albionici continuano ad eludere ogni contatto.
    Incitando e spronando i suoi, l'emissario manda la sua unità alla carica del generale avversario ma questa cavalleria fugge e i caotici impattano sui guerrieri a piedi in cui vi è anche il Veriloquiante
    Lo scontro si fa duro, il campione caotico sfida Cormac che lo decapita senza troppi complimenti, mentre i colpi che si portano i due maghi non hanno effetto.
    Quando tutto sembra finito la gracchiante risata di lemnus aleggia ed i morti albionici si rialzano tentando di ferire i compagni, ma la magia protegge i vivi e l'unità tiene il morale.
    Intanto i barbari sulla destra affrontano le malabestie ne uccidono una esultando ma le perdite che subiscono sono così alte che scappano senza farsi prendere.
    I cavalieri albionici si chiamano a raccolta e il generale Fudor ordina una carica generale sulle unità rimanenti: i barbari affrontano le malebestie coraggiosamente ma sono sopraffatti, l'unità dell'emissario frastornata dai suoi vaneggiamenti non riesce a combattere bene, subisce troppe perdite, fugge e viene massacrata.
    L'unità di Akmar, viene caricata da ogni lato, lui affronta il campione albionico e lo trancia in due, per un istante sente una strana sensazione, come di esser sollevato da terra ed infuso di una energia potentissima, ma se nessun prodigio può tenere a bada un immenso drago, tanto meno può l'acciaio degli uomini e vengono macellati fino all'ultimo.
    ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

    Il fango si mosse, ne emersero prima arti contorti, poi parte dei corpi, un groviglio di resti albionici e caotici come spurgati ed uniformati nella mota rossiccia di sangue, infine una mano guantata, un elmo pesto, e un affannato respiro.
    Quanto tempo era passato?
    Come aveva fatto a sopravvivere?
    Mille domande gli affollavano il cervello ma furono spazzate via da una sola parola che gli rimbombava nella mente: LUI!!!
    La causa di ogni sua sfortuna, la causa della perdita dei favori degli dèi oscuri, l'artefice di ogni sua sconfitta!
    - DOV'E' !?!? - urlò fuori di sé emergendo completamente, la sua spada ancora in pugno.
    Si guardò intorno.
    Vide ogni singolo dettaglio del campo di battaglia, tutto roteava veloce intorno a lui e si sorprese della velocità con cui scorgeva e riconosceva e leggeva i volti dei caduti, anche se imbrattati di fango o sangue.
    Le pile di cadaveri erano state lasciate ad affondare lentamente nel terreno fangoso e con una furia omicida stava profanando quei tumuli fatti di armature barocche ammonticchiate nel luogo dove erano state travolte, nemmeno si accorgeva di lanciarle con facilità a decine di metri.
    Voleva trovare il corpo di quell'inetto, farne scempio, maledire le sue carni e smembrarle fino all'ultimo brandello.
    Quell'incapace che agitava strillando inutilmente il suo bastone mentre ogni sorta di magia bersagliava i suoi guerrieri, quel pusillanime che non sapeva far altro che sbraitare istericamente ordini confusi fino a far crollare una unità di guerrieri formidabili contro una masnada di selvaggi urlanti.
    Poi vide il lembo di quello che pareva il suo mantello, tirò forte ribaltando i tre giganteschi corpi che vi erano sopra come se fossero fantocci di fieno ed il grasso corpo fu estratto dal fango.
    - Schifoso! Schifoso! Dannato infame, possa tu essere maledet… - si fermò incredulo
    Scoprendo il cappuccio non vide il volto adiposo e pallido di lemnus, invece era più affilato e asciutto, dall'aspetto rubicondo, e gli occhi di un celeste spento invece dei viscidi occhi porcini dell'emissario.
    - Cosa diavolo…- disse sollevandolo per la gola e questo parve sgonfiarsi, diventare magro e perfino più alto i vestiti spolti si appiccicarono a forme incompatibili con lo stregone.
    - Te ne sei accorto solo ora vero? - disse una voce cupa, resa metallica dall'elmo.
    Lo sguardo di Akmar saettò rapido e scorse una figura nota appoggiata ad un albero, la sua ascia ancora piena di sangue, l'elmo pentolare rivolto verso si lui.
    - Tu! - disse sorpreso – non è facile sentirti parlare … -
    - Solo quando è necessario – disse il bretonniano rinnegato.
    - Adesso è necessario! - sbottò in tono spazientito – CHI E' QUESTO SECCO!?! -
    - Credo l'apprendista del Maestro Sanders, del fiordo di Turas si è imbarcato sulle navi del clan Insub quando siamo partiti. -
    Akmar lasciò cadere il corpo senza vita.
    - E cosa ci faceva qui? Avevamo bisogno di un mago potente, non di un pivello che non ha mai affrontato una battaglia! Perchè era travestito da quel lestofante? -
    - Trasfigurato – corresse – perché l'emissario sarà da un'altra parte, ma voleva che tutti pensassero fosse qui. Noi inclusi. -
    Akmar si fermò a pensare, gli eventi si susseguirono come onde velocissime nel cervello: l'incarico importante, l'inseguire a tutti i costi civili in fuga, l'ossessione per attaccare quel villaggio, non poteva trattarsi che di..
    - Un diversivo! - esclamò
    Il guerriero col tabarro fece un cenno lento con la testa – e non abbiamo ancora finito Akmar, ho ricevuto delle precise istruzioni su quello che dovremo fare qui. -
    - E cosa sarebbe? Sono io che comando qui! - disse avvicinandosi, la spada che pulsava emanazioni scarlatte – adesso mi dici tutto quello che sai o ti pentirai amaramente di essere ancora vivo. -
    Il rinnegato alzò solamente un dito e lo puntò oltre Akmar.
    - A quanto pare... qui nessuno sa nulla di quello che succede. -
    Al centro di quello che fu il campo di battaglia si stava affannando una creatura, tracciava come delle linee nel fondale che al passaggio del puntale brillavano di una fiochissima luce malsana che verteva sul rosso quando il sangue che abbondava mischiato all'acqua vi veniva risucchiato.
    Akmar riconobbe la strega Mykial, dissoltasi in poltiglia mentre le fauci del druido tramutato in drago si chiudevano su di lei, ora piroettava follemente intonando un lugubre gorgoglio in quella sua lingua sconosciuta, l'occhio mandava bagliori di sinistra felicità.
    Lentamente l'acqua palustre come richiamata da quell'oscena danza, iniziò a fluire lentamente verso il centro del disegno, trascinando decine di corpi in armatura e carcasse di bestie fino a formare una macabra stella a otto punte.

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  9. Tommaso Taormina
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    Sempre piu interessante!
     
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  11. dol_guldur
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    Salve a tutti cari lettori! Passato buone feste? Noi tra un pandoro e l'altro abbiamo proseguito la campagna, e come il trend suggerisce, oltre all'incremento di punti, incrementano anche i personaggi della nostra storia!
    Buona lettura del prologo del 3° scenario!
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    SCENARIO 3: Le Pietre Ogham


    Una lunga fila di guerrieri camminava sotto la pioggia, i loro mantelli a quadri e colori sgargianti a contrastare il grigiore di bruma e fango sotto di loro.
    Nertos aveva affardellato bene le sue frecce, proteggendo l'impennaggio e aveva avvolto l'arco in uno spesso panno cerato, dispensava consigli ed incoraggiava intonando canti di antichi eroi.
    L'entusiamo si era smorzato subito dopo la battaglia, appena l'ultimo dei caotici fu schiacciato nella melma e mentre le urla di vittoria si alzavano al cielo, la voce del Veriloquiante eccheggiò come un tuono facendo vibrare l'aria.
    Si doveva andare, ci si doveva muovere da lì.
    Mai si era sentito di una battaglia, pure feroce dove non si depredassero i vinti, a ergere totem con le loro armi appese, senza avergli ritualmente mozzato le teste, e soprattutto senza aver onorato i propri caduti.
    Di riposo manco a parlarne, i crampi della fame attanagliavano tutto l'esercito albionico ed aumentavano il malumore con l'incertezza, bisognava marciare sul pelo delle acque in mezzo alla nebbia. Destinazione ingota.

    - Fithurix! - eccheggiò una voce greve, ma non ebbe risposta.
    Il Veriloquiante rimase imobile, seduto a gambe incrociate, in un vuoto spazio nero.
    - FITHURIX! - chiamò ancora più forte, increspando lievemente la realtà come un'onda concentrica in un lago.
    - Non ti risponderà, Fudor – disse un'altra voce, femminile, col timbro argentino di una ragazza. - è concentrato a scrutare il fato, ed ha anche numerosi incanti su cui focalizzarsi. -
    - Ellinor, non posso aspettare oltre, Ossian è ancora indebolito dalla trasformazione e non abbiamo avuto tempo di fare un infuso di vita. -
    - Lo so, grande orso, ma bisogna attendere, è questione di tempo . -
    - TEMPO - risuonò potente la voce mentale del Veriloquiante – E' INVERO L'UNICA COSA CHE CI MANCA. -
    - Fithurix, perché stiamo correndo così? Dove andiamo? Abbiamo sconfitto l'avanguardia nemica, il resto dall'armata dei Kran ci metterà molti giorni per muoversi e trovare una via per le paludi. I miei uomini sono stanchi e le fragili alleanze dei clan potrebbero incrinarsi. -
    - LE ONDE MI HANNO SUSSURRATO – riprese calmo – E LA SUPERFICIE PORTA CON SE LA DISPERAZIONE, ONDE DI FANATISMO, ONDE DI MORTE. -
    - Fithurix, spiegaci dove stiamo andando, cosa dobbiamo fare? - chiese Ellinor
    - UNA QUERCIA HA RADICI PROFONDE PER RESISTERE ALLA TEMPESTA, LA CIVILTA' PILASTRI DA PROTEGGERE -
    Un cupo rumore di pensanti passi cadenzati corse nella mente di tutti e il vibrare del terreno sotto enormi zoccoli di un cavallo nero di dimensioni spropositate, sopra una enorme sagoma scura di un uomo dalla stazza pachidermica.
    - Oh, potenti dèi! Il Cerchio di Dragunkelsus!! I Kran vogliono profanare i Sacri dolmen di Okkam!! - esclamò l'arciera
    - ..ma come… - rimase interdetto Fudor – il Gigante Guardiano non potrà difenderlo da solo! Ha ragione Fithurix, dobbiamo correre! Spronerò i miei cavalli allo stremo! -
    - Ed io correrò più veloce del vento, non una goccia di sangue impuro scorrerà nei sacri confini! La mia freccia sarà la prima a colpire! -
    Fithurix rimase in silenzio un istante, la visione tremò qualche istante, poi tornò limpida e la sua voce riprese – NON TUTTO E' COME SEMBRA, E DALLE NUBI NERE DI TEMPESTA PUO' SCATURIRE LA PUREZZA DELLA FOLGORE -
    Il druido Ossian riprese conoscenza, gli occhi da bianchi tornarono verdi, si accasciò stremato sul collo del suo cavallo, le Grandi mani di Fudor e quelle gentili di Ellinor lo tennero sulla sella.
    - Povero è esausto – commentò la guerriera - non dovrebbe affrontare un altro scontro, il suo corpo è stato straziato dalla forza della magia. -
    - Abbiamo bisogno di ogni forza per respingere questi invasori, se i Kran raggiungono il cerchio, solo gli Dèi sanno quali conseguenze depravate avrà. Ognuno di noi mette in gioco la vita, e tu ora devi andare. -
    - Si! Che gli dèi ci assistano! - Spronò il suo leggiadro cavallo, raggiunse i suoi arcieri nell'avanguardia che canticchiavano allegri, forse gli uomini più motivati dell'intera armata-
    Con poche parole che suscitarono grida di entusiasmo questi si misero a correre dietro di lei come cervi, sorpassando, canzonando e perfino spintonando gli altri guerrieri dell'armata, galvanizzando in un modo o nell'altro la colonna. Niente poteva fare più felice un albionico di essere il primo a colpire una preda.

    Il Veriloquiante aprì lentamente gli occhi, il mondo intorno a lui immobile, le gocce di pioggia ferme a mezz'aria iniziarono a riprendere il loro moto lentamente, poi sempre più veloci, fino ad impattare sul suolo erboso. Si sollevò lentamente, minuscolo di fronte ad una immensa quercia millenaria che sovrastava ogni albero nel raggio di miglia, sotto i possenti rami, una pietra incisa a triskele portava doni ed offerte per la divinità del grande albero, una figura femminile di una giovane donna, come formatasi naturalmente dai nodi della pianta.
    Prese una manciata di bacche purpuree e le sollevò con fare solenne, poi le schiacciò con forza fino a farne colare un liquido sanguigno nell'incavo dell'oggetto che pareva portasse la dea, una specie di coppa collegata direttamente con il cuore del grande albero.
    Un rumore profondo, come delle viscere del legno sembrò parlare a Fithurix, il quale si accomiatò e d entrò in una radura dove si incamminò pensoso.
    - Lo stregone sconfitto nella battaglia delle paludi di Argantia non era altro che un burattino plagiato da lemnus – meditò tra sé – la morte di un popolo o bruciare un villaggio non è sufficente a placare l'ego di un essere così infido, è il potere ciò che brama, o quantomeno la sensazione di averlo. -
    Si fermò ad osservare il cielo plumbeo nel quale si intravedeva una leggera screziatura dell'azzurro del cielo, poi subito richiusa dalle nubi.
    Un verso catturò la sua attenzione ed un corvo venne a posarsi sulla sua spalla iniziando a gracchiare qualcosa all'orecchio.
    - Rechi notizie interessanti Hugix! - gli disse accarezzandolo sotto il becco – ma a breve dovremo scontrarci di persona, purtroppo il tempo è troppo poco... e...-
    Guardò il suo riflesso nell'occhio nero del corvo – ...questa volta lo scontro sarà mortale. -






    BIRRAAAAAHH!! - gridò il gigantesco condottiero dalla sommità del suo destriero, alcuni servi si precipitarono porgendogli un boccale grande come un catino.
    Sorseggiò avidamente il liquido, facendolo cadere dai baffi fin sull'armatura opulenta che ne copriva l'enorme massa, un grande impegno perfino per gli dèi oscuri.
    Lasciò cadere il boccale ancora mezzo e petulanti servitori lo raccolsero immediatamente, rischiando di finire schiacciati dalle zampe del colossale Ferrox.
    Nessuno di loro si sarebbe mai azzardato a bere un sorso del torbido liquido rimasto, andava rimesso e conservato in un gigantesco carro che fungeva da cantina semovente.
    Molte erano le leggende riguardanti Pjotr Artosson, si diceva che fu cacciato dalla città di Praag poiché una delle leggi della città puniva con un editto chiunque producesse birre di cattiva qualità, ed il risentimento fu tale che lo spinsero ad andare a nord, covando nel rancore fino a rivelare ai condottieri della grande invasione i segreti per penetrare nella città e devastarla.
    Da allora crebbe di fama e votandosi agli dèi oscuri che apprezzarono particolarmente la sua mancanza di scrupoli, fino a trasformare il suo garzone Ferrox che impunemente contrattò 50 monete d'oro in più il servizio di un capo mercenario norsmanno, in una creatura demoniaca che ora è costretta a fargli da cavalcatura.
    Si dice anche che il liquido che trangugia avidamente sia un retaggio del suo passato, nelle grandi botti del suo carro fermentino assieme ai luppoli ed alle erbe le pelli dei suoi nemici uccisi e che non smetta mai di assaporare le sue vittorie su uomini ed animali, come dimostrava lo sfoggio di enormi pellicce sulle sue spalle.
    - Quanto manca a questo dannato circolo di pietre? Ho voglia di spaccare qualche testa! - estrasse una larga lama, la superfice unta di un oleoso liquido verde – Presto questi albionici pagheranno un prezzo molto, molto salato! Uahahahahaaha!!- rise acido e malevolo.
    Il suo interlocutore, un alto barbaro biondo rimase taciturno, lo sguardo glaciale fisso avanti a sé, pareva addirittura che non sbattesse mai le palpebre nemmeno se il lembo del grande stendardo vi sbatteva contro.
    Nessuno sapeva molto di Kernusson, il massiccio alfiere dell'esercito di Pjotr se non che portava sempre alto lo stendardo, il quale non recava lo stemma ocra del suo signore, era invece nero con un lupo, insegna insolita ma che gli uomini seguivano con coraggio e dal quale non si separava mai. Forse qualche studioso dell'araldica di Bretonnia o dell'Impero avrebbero provato orrore e rinfacciato che era il vessillo personale del comandate a dover essere alla testa dell'esercito ma Kernusson aveva una sola leggenda su di se: nessuno ha mai osato contraddirlo.
    - Quindi? Quanto manca? - gracchiò dalla sua cavalcatura Pjotr
    - Lui lo sa. – Tagliò corto l'alfiere, indicando la cavalcatura qualche decina di metri più avanti.
    Un marcilento ronzino camminava affaticato, portando la goffa figura dell'emissario, avvolta nel suo sudicio mantello che copriva le forme adipose.
    Cercava nonostante tutto di darsi un tono, alzandosi a più riprese sulle staffe come a torreggiare sulla potente armata a cui faceva da guida, immaginandosi da li a qualche settimana, con i rimasugli della gente che gli diede i natali inchinarsi prostrati al suo passaggio.
    I suoi pensieri furono interrotti dallo scartare della sua cavalcatura, ben misera di fianco al colossale Ferrox, vapori di zolfo e lapilli del destriero lasciarono poi il posto all'acido fiato del condottiero che lo squadrava dall'alto in basso – Allora, manca ancora molto? -
    Lottando per rimanere in sella lemnus rispose – Abbi pazienza, mio caro amico, domattina avremo occupato il circolo di dolmen di Dragunkelsus. Sarà un grande successo amico mio! -
    - Successo? - ripetè infastidito – Mi importa ben poco del successo! Dove sono i tesori? Dove troveremo tutto l'oro che ci hai decantato? - incalzò spazientito – Questa spedizione mi è costata molto! Le navi dei predoni non si pagano da sole, ed anche loro mangiano e bevono! -
    Una mezza smorfia apparve fugace sotto il cappuccio, ma subito repressa dal solito sorriso unto.
    - Avete saccheggiato una dozzina di villaggi della costa, non vi basta per un po? -
    - NO! - urlò – No che non basta! Non sono famiglie di pescatori trucidate e il bottino di pesci secchi e conchiglie che ci rendono grandi davanti agli dèi oscuri! Dovresti saperlo! Noi vogliamo misurarci con i migliori guerrieri del mondo! Fare trofei coi loro teschi! Portare distruzione e morte e guadagnarci la gloria! Quindi, cosa troveremo i quel circolo, oltre che delle pietre? -
    Improvvisamente i mastini che in branco aprivano la pista annusando e latrando si misero a guaire tutti insieme, alcuni si arrestarono, altri corsero via, passando tra le zampe dei cavalli che sbuffarono infastiditi.
    Una pozza di fango si era messa a ribollire e dai fetidi fumi emersero una schiera di orridi fomori squamosi, in testa a loro uno si riconosceva per la corporatura esageratamente obesa, avvolta in una lacera tunica biancastra, emise pochi versi in un sommesso gorgogliare.
    - Troveremo amici...e nemici a quanto pare… - tradusse lemnus con un sorriso.
    – Ma...quella è… - Pjotr sgranò gli occhi – No! Non è possibile! -
    - Invece ... – si compiaque lemnus – è proprio Marion, una tua vecchia conoscenza. -

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  12. dol_guldur
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    Ed ecco lo svolgimento dello scenario, a parer mio molto divertente, si gioca schierando sui lati corti del tavolo, al centro il circolo di pietre Ogham ove ogni mago presente può incanalare con 6 dadi usando quindi le regole delle rovine arcane di 8°edizione. La sproporzione tra dadi magici è bilanciata se si ha un egual numero di maghi entro il perimetro (raggio di 12"), quindi lo scontro si è concentrato soprattutto all'interno delle rovine.
    Vittoria se dalla fine del 4° turno il circolo di pietre non è conteso.

    SCENARIO 3: Le Pietre Ogham



    LA FECCIA DI LEMNUS:
    *Emissario Oscuro 3°liv.
    GRANDI EROI:
    Condottiero, destriero demoniaco 35, 310
    soffio di fouoco, fo4 30
    melma velenosa, venefici 15
    calice del caos 10
    lama colpo sicuro 15
    talismano resistenza (ts5+) 30
    altra scheggia ingannatore 15
    EROI:
    Alfiere, scudo, grande arma 148
    melma velenosa 15

    Strega fomori 2°liv, ombra 180
    TRUPPE:
    8 mastini, veleno 56
    8 mastini, veleno 56
    30 Predoni,flagelli, scudi, leggera, gdc 300
    6 Predoni cavallo, lancia, scudi, asce, gdc 108
    20 Guerrieri, scudi, gdc 330
    20 Guerrieri, scudi, gdc 330
    SPECIALI:
    2 carri 220
    6 cavalieri caos, scudi, armi stregate, gdc 288
    6 fomori , nobile 465
    RARE:
    Cannone Infernale 210
    totale 3001



    LA SCHIERA DI MAGH TURED – ALBIONE

    GRANDI EROI:
    Fudor Mac Arthur – Warleader
    Amatura leggera, Lancia del Sole, scudo, tatuaggi talismanici (TS 3+), destriero pt.256
    Fithurix Mc.Beli – Veriloquiante 4° (Bestie) – Triskele, Dispel scroll, alabarda, tatuaggi talismanici (ts4+) pt.352

    EROI:
    *Ossian Mc.Duir -Veriloquiante (Mercenari) 2° liv.
    Cormac Chath. Campione di Albione pt.245
    Amanthas (Ellinor) the Huntress pt.150
    Perceval Mc. Amor- Capitano Alfiere
    Banner of the Sun King, lancia, giavellotti, scudo, destriero, tatuaggi pt.166

    TRUPPE:
    39 Guerrieri ACM, spada, scudo, tatuaggi pt.264
    40 Guerrieri ACM spada, scudo, tatuaggi pt.270
    10 Cavalieri A.C.M Lance, Giavellotti, tatuaggi, armatura leggera, Stendardo della Velocità pt.245
    10 Youngbloods M Fionde pt.70
    2 Addestratori + 5 cani pt.56

    TRUPPE SPECIALI:
    13 Cacciatori M. pt.140
    3 Malebestie (ts 3+) pt.240

    TRUPPE RARE
    Gigante -tatuaggi- pt.195
    Gettapietre pt.125
    Mastodonte pt.225
    TOTALE: 3000

    BATTAGLIA!



    I caotici schierano una solida linea di battaglia, da sinistra mastini, predoni con dietro cavalieri del caos con il condottiero su destriero demoniaco (Pjotr), due unità di guerrieri con dentro alfiere in una e emissario nell'altra, i due carri, i fomori nella palude e a chiudere altra muta di mastini. In riserva i predoni e cannone infernale.
    Gli albionici schierano da sinistra l'unità di cavalleria col generale (Fudor) e alfiere (Percival), malebestie, fanteria con Veriloquiante Fithurix, fanteria con druido (Ossian), mastodonte, gigante (Guardiano), frombolieri, muta di cani. In esplorazione i cacciatori di Ellinor, in riserva la gettapietre che però montata di fretta e con il cordame bagnato farà solo 3 ferite ai predoni in tutto lo scontro.
    Inizia il caos, alcuni lupi affogano nella palude, tutta la linea corre in avanti, i predoni si portano a distanza di tiro e lanciando le loro pesanti asce uccidono tre cacciatori, il cannone infernale erutta una sfera infuocata che colpisce il mastodonte causando 4 ferite.
    Gli albionici avanzano cercando di entrare nel cerchio di dolmen, Ellinor uccide il campione dei predoni a cavallo, i cacciatori altri 2, la cavalleria di Fudor coi giavellotti infilza 3 mastini.
    Il caos avanza ancora attestandosi all'interno del cerchio di pietre, la magia Okkam fluisce potente e la maga fomoro Marion uccide con un dardo di ombra un cavaliere, lemnus invece sposta una palude sotto i piedi di una fanteria avversaria facendone affogare 3, il cannone esplode un altro colpo stavolta sui cavalieri e ne uccide 3 ferendo anche Fudor. Le asce dei barbari sono inefficaci.
    Gli albionici contrattccano pesantemente, potentissime magie vengono scagliate e un raggio d'ambra parte dal bastone di Ossian e disintegra 4 fomori compreso il campione, i cacciatori lasciano solo un singolo predone a cavallo che rimane a fronteggiarli mentre il mastodonte ferito carica i cavalieri del caos potenziato dalla magia, ne accartoccia 3 ma le lame stregate sono implacabili e viene finito dal campione.
    Il caos alla vista dei primi scontri ruggendo si butta all'attacco: il condottiero Pjotr ed i cavalieri caricano il Gigante Guardiano e lo riducono ad una ferita, la clava del gigante ne schiaccia uno, l'unità dell'emissario ed un carro caricano le malebestie distruggendole, mentre l'unità di Fudor fugge incalzata dal secondo carro e dai mastini, ma una subdola magia dell'emissario sposta la palude di nuovo sotto di loro e sotto i fanti.
    Sfondando le malebestie i caotici impattano sulla fanteria albionica e stavolta Fithurix e lemnus si trovano davvero faccia a faccia, i colpi che si portano infliggono una ferita all'emissario che urla squittendo come un ratto. Il campione dell'unità sfida Cormac e gli causa una ferita, Il Cauaros di Albione carica il colpo e trancia in due il seguace degli dèi oscuri, questo da coraggio all'unità che resiste alle perdite e continua il combattimento. Il carro invece sfondando le malabestie non si impantana, raggiunge i cavalieri di Fudor e li disperde. Gli albionici sono ora senza generale ed alfiere.
    Gli albionici tentano il tutto per tutto, caricano l'altra unità di guerrieri con alfiere (Kernusson), il quale uccide il campione albionico, il druido Ossian prova a ritrasformarsi in drago, ma è molto indebolito dalla battaglia scorsa ed il vento di Ghur non viene canalizzato dal corpo sofferente, lo scontro è vinto dai caotici che inseguono, disperdono l'unità e impattano sui cacciatori che intanto si erano portati dentro al cerchio per difenderlo.
    Ellinor si confronta con l'enorme alfiere, lo colpisce ma l'infernale armatura respinge il colpo e la ragazza viene scagliata lontano ferita dall'energumeno, diversi dei suoi uccisi.
    Il Gigante Guardiano soccombe ai cavalieri del caos che si voltano, fieri dello scempio di vite all'interno del cerchio sacro.
    L'ultimo scontro vede affrontarsi di nuovo Veriloquiante ed emissario, mentre il primo sente l'urlo di dolore del terreno sacro che si copre di sangue e vede crollare tutta l'ala destra dell'esercito, il secondo con uno scatto murino riesce a colpire con una stilettata il sacro protettore per poi sparire dolente tra i ranghi ansimando affaticato e piagnucolando dal dolore.
    La battaglia si conclude con l'armata degli dèi oscuri padroni del circolo di pietre, quella albionica in rotta, non moltissime perdite invero, ma un crollo di morale notevole, come osserva compiaciuta la grassa strega fomoro Marion, mentre lemnus è troppo occupato a maledire e piagnucolare per il dolore, tra il compatimento dei guerrieri del nord.

    Nertos sputò con disprezzo sulla faccia del predone che lo stava trascinando, era molto più grosso di lui, ma in quanto a risse l'albionico poteva vantare una grande esperienza.
    Il pugno di risposta non si fece attendere ma l'arciere anche se legato lo schivò abbassando la testa e caricando con le gambe si buttò con tutta la forza contro il volto del norsmanno, dislocandogli completamente la mascella.
    Un calcio si abbattè sul lato del ginocchio dell'uomo dolorante che rovinò pesantemente a terra umiliato e canzonato dai suoi compagni.
    - Tutto qui? Allora chi è il prossimo? Chi si fa sotto di voi sporchi mentecatti impotenti? - Urlò col tipico cipiglio poco lungimirante degli albionici, ignorando il fatto che praticamente nessuno dei norsmanni capiva la sua lingua.
    Tuttavia il tono di sfida si coglieva benissimo ed un altro tentò di percuoterlo con il manico della lancia, Nertos non potendo deviarla avendo le mani legate, irrigidì i muscoli ma accompagnò il colpo di fatto rotolando a terra, e come un fulmine si slanciò contro il guerriero con una spallata, ma era così massiccio che in quel modo non riuscì ad atterrarlo, una ginocchiata a livello dell'inguine invece fu risolutiva.
    - E sono due! Forza! Basteremmo io e mio fratello da soli a farvi fuori tutti! -
    - Che cosa succede qui? - Disse la voce profonda di Kernusson
    Immediatamente la marmaglia norsmanna si zittì e si fecero indietro, perfino i due malmenati da Nertos si trascinarono via senza un lamento.
    - Ci divertivamo con questo albionico prima di scannarlo. - rispose un capobanda
    - A me pare si sia divertito più lui. - osservò l'alfiere
    Il capobanda mordendo amaro abbassò il capo.
    - Chi sei albionico? - chiese in un impreciso albionese.
    - Nertos, figlio di Maros – rispose dopo una iniziale sorpresa.
    - Hai un fratello mi è parso di capire - lo guardò dritto negli occhi – lo vuoi rivedere? -
    Nertos fece una smorfia, consapevole – so che non lo rivedrò, non sono stupido, so che mi ucciderete, quindi se dovete fatelo in fretta, tanto a vendicare il mio villaggio ha già iniziato mio fratello, prima di me, spaccando faccia e denti a quel bestione con la spada rossa sulla spiaggia! -
    - Di chi parli? -
    - Del vostro comandante, che due giorni fa abbiamo rovesciato nel fango di Argantias! -
    - Akmar ? -
    A questo nome tutti i norsmanni sgranarono gli occhi e guardarono prima Kernusson e poi l'albionico come a cercare di capire la discussione in quella lingua sconosciuta.
    Molti di loro non sapevano nulla della sorte di quel feroce comandante che temevano e rispettavano, e dai loro sguardi e bisbiglii, Nertos se ne accorse.
    Guardò fermo l'alfiere r disse con tono fermo cercando di ricordare i dettagli del racconto di suo fratello, improvvisò.
    -Si, mi pare si chiamasse così, grande e grosso, barba rossa e tutti i denti spaccati. È lui no? -
    Kernusson annuì con la testa lentamente.
    - E' prigioniero di mio fratello – ghignò con spregio, alzando la voce i modo che tutti sentissero il suo tono – capito? AKMAR PRIGIONIERO! - ribadì rivolto ai norsmanni, alzando le sue mani legate ed agitandole, lasciando senza dubbi anche il più ottuso predone.
    Kernusson, senz sbattere le ciglia lo fissò con le sue lame di ghiaccio e poi disse, piano – Ora tu vieni con noi, campione, hai rinviato la tua morte ed avrai solo di che pentirtene!-
    - Nessuno faccia del male all'arciere! Portatelo al carro e legatelo stretto! Uccidete gli altri! - ordinò
    Nertos non ebbe tempo di rallegrarsi di essere ancora vivo, le urla dei prigionieri che venivano macellati gli ghiacciarono il sangue.
     
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  13. dol_guldur
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    Portate pazienza cari lettori, a breve si giocherà il 4° scenario con una piccola aggiunta relativa al background!
    E voi avete mai personalizzato qualche battaglia in base a passioni o ispirazioni in maniera da rendere la partita meno canonica?
     
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  14. Tommaso Taormina
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    In una partita ogre vs goblin avevamo inventato che i poveri gobbi potessero arrampicarsi sugli ogre (con un test terreno pericolosi) per ridurre l'efficacia dei bruti devoti delle grandi fauci fu parecchio divertente
     
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  15. dol_guldur
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    Quindi i gobbi assalivano tipo sciame gli ogre? ma avevate fatto una tabella? gli toglievano attacchi, come funzionava?
     
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25 replies since 6/12/2016, 16:40   848 views
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