La storia di Zacharias, the Everliving

Riporto una bella storia trovata sul web in capitoli

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    Capitolo IX

    Zacharias non ricordò molto di quei tre giorni. Ricordava un dolore quasi costante, questo sì, e una sensazione di fiacchezza perenne.
    Ma soprattutto, ricordava l'acre odore del sangue.
    Nei suoi ricordi sbiaditi il mondo era visto come sotto una cortina rossa, e rosse si stagliavano le immagini del vampiro che gli sorrideva in faccia, la stanza spoglia e gli occhi terrorizzati di una giovane donna, e la voce del vampiro:
    -Bevi!-.
    Quando si riprese si trovava su un letto sgangherato, e il corpo era stranamente fiacco.
    Alzò lo sguardo…Avvolto in un lungo mantello, Melkhior gli sorrideva benigno.
    -Non preoccuparti, giovane Zacharias. Non sprecherei mai un giovane talento come il tuo. No...mai!-
    lo sguardo vacuo che il vampiro assunse fece sospettare a Zacharias quella che era una fondata verità: Melkhior era completamente pazzo.
    -Ora- riprese il vampiro- riposati un pò, e poi raggiungimi al secondo piano. Cominceremo le lezioni!-
    Melkhior era già sceso da un pezzo quando Zacharias trovò la forza di borbottare
    -Lezioni?!-.
    Pieno di dubbi e paure, il giovane si diresse verso un piccolo lavabo lì vicino, e si sciacquò il volto, tastandosi la cicatrice lasciata dal vampiro.
    Sebbene avesse studiato i vampiri con Dieter, la conseguenza del morso non gli venne in mente finchè non alzò lo sguardo verso uno specchio lì vicino.
    E vide la stanza dov'era, vuota.
    Il panico lo colse, e abbassò lo sguardo verso la tinozza.
    Un viso scheletrico, pallido, dotato di due canini acuminati come pugnali lo accolse.
    I capelli cadevano in piccole ciocche.
    Zacharias, sconvolto, colpì la tinozza con un pugno.
    Mai più avrebbe visto la luce del sole, mai più gustato cibo normale!
    Un'eternità di dannazione lo attendeva, e proprio al fianco dell'autore della sua rovina.
    Zacharias urlò la sua rabbia, prendendo a pugni tutto ciò che lo circondava.
    Quando sentì le urla dal piano di sopra, Melkhior sorrise deliziato.
    Fece un brusco cenno al necromante seduto di fianco a lui
    -Quando ha finito di urlare vallo a chiamare!-.
    -Sì, mio Signore!-
    rispose quello, deferente.
    Sempre sorridendo, Melkhior sguainò la spada a velocità inaudita e lo decapitò.
    -Io sono Sua Santità, stupido bifolco!-
    urlò alla testa mozzata.
    Poi si avviò per il laboratorio.
    -Non c'è più rispetto…- borbottò sottovoce.
     
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    Capitolo X

    Gli anni passarono e Zacharias riuscì poco a poco ad abituarsi alla sua nuova condizione.
    Imparò a dormire in una bara tutto il giorno, a nutrirsi di sangue e a vedere nell'oscurità.
    Essendo un vampiro la sua abilità necromantica aumentò esponenzialmente, e l'accesso alle fonti di sapere e alla conoscenza di Melkhior la accrebbero ancor di più.
    Dopo il tramonto, una volta alla settimana, lui e Melkhior uscivano per nutrirsi.
    Trovavano perlopiù animali e a volte qualche sfortunato viandante.
    Una delle prime sere, Melkhior, dopo aver bevuto lautamente, si girò verso l'apprendista.
    -Comincio a essere stufo di te, vecchia ciabatta…sei una testa dura...sì sì…probabilmente ti ucciderò prima dell’arrivo del giorno!-.
    Replicare razionalmente sarebbe stata la morte, e Zacharias lo sapeva bene.
    Attese finchè non si avviarono, e poi rievocò dalla morte il cadavere del viandante ucciso, il tutto in pochi secondi.
    Melkhior si voltò a guardarlo, stupito.
    -Però, piccolo, non c'è male. Ho deciso…- continuò con tono pomposo –la tua esecuzione è rimandata fino al prossimo avviso del Quartier Generale!-.
    Così tornarono alla fortezza, e Melkhior obbligò gli altri a chiamarlo Quartier Generale per tutta la settimana successiva, prima di passare a un più modesto Vostra Gloriosa Eminenza.
    Così Zacharias per varie volte riuscì a salvarsi, sempre tramite ingegnosi trucchetti che mostravano implicitamente i suoi straordinari progressi. Un altro problema dell'avere a che fare con Melkhior erano le crisi di follia omicida: a volte il Lord Necrarca cominciava a urlare senza senso e ad uccidere tutti coloro intorno a lui, per poi bere il loro sangue rinvigorendosi ulteriormente.
    Diversi Ghoul e Necromanti caddero preda della sua furia, ma Zacharias era saggio e sapeva riconoscere i sintomi che precedevano l'ira del maestro.
    Si metteva così al sicuro per i dieci minuti necessari affinchè la crisi finisse.
    Zacharias aveva spesso pensato di lasciare Melkhior, ma lo trattenevano due cose: la prima che andandosene, Melkhior l'avrebbe inseguito deciso a ucciderlo, e secondo non aveva ancora ottenuto ciò per cui era entrato nella torre quella tragica notte: il libro di Nagash.
    Melkhior era sicuramente un genio e detentore di conoscenze potentissime, tuttavia nemmeno lui poteva comprender tutto il sapere di Nagash.
    Il Lord Vampiro leggeva il libro prima di addormentarsi tutte le mattine, e passava lunghe ore a studiarlo.
    Non permetteva a nessun altro di toccarlo, e Zacharias decise di fare da solo.
    Fu durante uno degli attacchi di follia di Melkhior che Zacharias decise di agire.
    Mentre il maestro sventrava un incauto ghoul, il giovane vampiro corse fino alla camera di Melkhior, ed entrò.
    Ci mise un attimo a vedere il libro, posato su un comodino, e lo prese. Si concesse un secondo per contemplarlo: era scritto col sangue e rilegato in pelle umana.
    Anche al tocco Zacharias avvertiva il tremendo potere che celava.
    Uscì di corsa, deciso a fuggire prima che Melkhior si riprendesse.
    Andò a sbattere contro qualcosa dietro l'angolo, e cadde goffamente in terra.
    Il mento e il petto che colavano sangue, Melkhior lo guardava.
    -L'ho sempre detto degli apprendisti, Zac. Degli ingrati!- ringhiò Melkhior - Per usare le parole del mio defunto maestro W'soran.....dagli un dito...- i muscoli del suo braccio si tesero e scoprì i denti in un sorriso maligno -...e dovrai schiacciarli con la mano intera!-.
     
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    Capitolo XI

    I due vampiri, maestro e allievo, si guardarono negli occhi...
    Quelli folli di Melkhior scrutarono lo sguardo rancoroso di Zacharias.
    -E così mi tradisci- sghignazzò il vecchio vampiro.
    -Maestro, non puoi farci nulla!- rispose Zacharias, e notò quanto i lunghi anni spesi a studiare la magia e la trasformazione in vampiro l'avessero cambiato.
    La sua voce non tremava e suonava fredda, sepolcrale.
    La sua mente analizzava la situazione, precisa e malvagia.
    -I tempi cambiano- continuò Zacharias, rimettendosi in piedi -prima o poi viene sempre un allievo più potente- diede uno sguardo al sangue che colava dal mento di Melkhior -uno decisamente più forte dei necromanti di cui fai scempio. E lui ti sostituisce, come hai fatto tu. Me l'hai raccontato, ricordi?-
    Il sorriso di Melkhior si restrinse
    -W'soran…Maestro W'soran. Era solo un inutile prudentone. Per leggere una pagina del libro di Nagash impiegava due anni-.
    -Faceva bene- ribadì Zacharias con un sorrisetto maligno -leggere quel volume senza l'adeguata preparazione rende pazzi. E tu non fai eccezione, vero Maestro? Troppo avido, frettoloso...-
    Melkhir ringhiò
    -Io non sono pazzo! Sono forse folle quando dico che un giorno i vampiri regneranno sulla terra, il mondo cadrà nella nonmorte e io governerò ogni cosa?-.
    -Ragionamento piuttosto sensato, sì...ma sbagli un punto...-.
    -E quale, Zac?- ruggì l'antico vampiro.
    -E' vera follia pensare che sarai TU a governare il mondo. Credo che il futuro braccio destro di Nagash...sarò io!-.
    Il volto di Melkhior si aprì a una gioia maligna ed egli rise come un isterico.
    Poi sguainò la sua spada nera.
    -Certo, Zac. Come dici tu. Ma dimostramelo!-.
    Zacharias lasciò che il potere fluisse nel suo arcano bastone.
    -Come vuoi…Leggerò il futuro nelle tue budella, Sua Santità!-
    I due combatterono furiosi.
    Melkhor sfruttò la sua antica maestria nelle arti oscure, ma Zacharias era forse ancor più dotato di lui in quel campo.
    Scheletri furono evocati, controllati e distrutti da entrambi, mentre i due cercavano di battere la magia nemica.
    Frustrato, Melkhior cercò il corpo a corpo.
    Zacharias si allontanò con un salto sovrumano, e mormorò parole potenti.
    Fulmini neri erruppero dai suoi occhi, crepitando e volando verso Melkhior.
    Con un cenno della mano e un grosso impiego di energia, il maestro deviò il colpo.
    Poi gli volò addosso, urlando.
    Zacharias cercò di allontanarsi, ma fu di un secondo troppo lento.
    La spada lo ferì al braccio.
    Ringhiando per il taglio magico ricevuto, l'apprendista artigliò al viso il maestro.
    I due caddero, sempre mordendosi e graffiandosi.
    Poi Melkhior assestò un pugno all'allievo, che cadde dall'altro lato della stanza.
    Quindi l'antico Lord lanciò un urlo.
    Ghoul servitori e la sua oscena cavalcatura corsero al suo fianco.
    Zacharias si rialzò, stordito.
    Stringeva ancora il bastone, ma il libro di Nagash era tornato nelle mani di Melkhior.
    Con un cenno disdegnoso, il Lord comandò -Uccidetelo!-.
    Mentre i ghoul si lanciavano in avanti ululando, Zacharias vide una finestra a pochi passi.
    Fuori, la notte.
    Con un ruggito saltò verso di essa.
    I ghoul e Melkhor intuirono, e corsero per fermarlo.
    La spada di Melkhior calò...e mancò Zacharias, che precipitò dalla finestra mentre l'arma del maestro si piantava nel corpo di un ghoul sfortunato.
    -Prendetelo! Cercatelo ovunque!- strillò Melkhior, in preda ad una crisi isterica, poi entrò nella sua cripta sbattendo la porta, col libro in mano.
    Due necromanti osservarono dalla finestra i ghoul arrancare nelle tenebre.
    -Tornerai, giovane vampiro, e sarai molto più forte- borbottò uno dei due.
    L'altro lo guardò stupito.
    -Prepariamoci a giurare fedeltà ad un nuovo Lord necrarca.- concluse il primo.
    -Se sopravvivrà- biascicò l'altro.
     
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    Ahi finalmente il nuovo capitolo.

    Comunque i due necromanti alla fine li ho immaginati così:
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    Capitolo XII

    Zacharias passò l'intera notte, e non solo quella, a fuggire…
    Per ben due anni vagò nelle foreste dell'Impero, ma i ghoul e i servi umani di Melkhor non fermavano mai la caccia.
    Il giovane vampiro non faceva in tempo a trovare un covo adatto che gli inseguitori si facevano più vicini. E la caccia riprendeva.
    Malgrado avessero il timore dei poteri del Necrarca, i ghoul non fermarono l'inseguimento, poiché la spietatezza di Zacharias era nulla rispetto alla crudeltà di Melkhior, e nessuno degli umanoidi avrebbe voluto affrontare la sua ira.
    Per Zacharias il problema maggiore era l'assenza di sangue.
    Aveva sete…una sete tremenda.
    In due anni di fuga non aveva avuto il tempo di consumare granché, solo animaletti e qualche paesano malcapitato.
    Riusciva a proteggersi dal sole grazie alla sua forza di volontà e la sua abilità come alchimista, che gli faceva
    fabbricare in poco tempo oli che lo avrebbero protetto dai micidiali raggi del sole.
    Ma il sangue non si poteva fabbricare con erbette e piantine…il sangue andava succhiato dal suo covo primario.
    Zacharias si scontrò varie volte con gli instancabili servi di Melkhior.
    Uccise molti ghoul e qualche necromante in varie lotte, ma il loro sangue non bastò a sostenerlo a lungo.
    Dopo il secondo anno di fuga, stanco ed emancipato, Zacharias strisciò verso una caverna.
    Ansimava, ma accolse il buio dell'ennesimo rifugio con gioia.
    Si rannicchiò in un angolo, debilitato dalla mancanza di sangue.
    Stava provando il prezzo del vampirismo. Potere, forza fisica sovrumane svanivano confrontate con quell'handicap: una sete così bruciante da far impazzire.
    Zacharias aveva però una mente forte, o forse la sanità mentale l'aveva già abbandonato quella sera, al villaggio.
    A poco a poco, il giovane vampiro si abbandonò al torpore, e cadde in un sonno profondo.
    Nove anni dopo, un enorme drago nero entrò nella grotta.
    Aveva ucciso uomini e rivali in amore per quel bottino che ora stringeva tra i denti.
    Con un ruggito soddisfatto, lasciò cadere sul pavimento della grotta una enorme quantità di gioielli.
    Li ammirò compiaciuto.
    Sarebbero stati il nido d'amore della sua femmina.
    Ora doveva solo attendere la compagna della sua vita.
    Tranquillo, si distese sui gioielli e si addormentò. Entro vent'anni, un'inerzia per un drago, la femmina sarebbe arrivata. Sorrise nel sonno.
    Era passato appena un anno. Il drago continuava tranquillo il suo sonno di piombo.
    Ma non Zacharias...il risveglio dal torpore fu come il riprendersi dopo uno svenimento.
    Il mondo appariva sfocato, e la sete raschiava la sua gola con furia selvaggia.
    Rantolando, Zacharias fece qualche passo avanti. Quasi inciampò nella sagoma dormiente del drago.
    Si fermò...Un drago? Guardò il suo corpo, avrebbe giurato di vedere il sangue muovercisi dentro.
    Il rischio era alto, ma ormai non poteva tirarsi indietro.
    Girandosi nel sonno, il drago scoprì la pancia.
    Il cuore pulsava pigro.
    Zacharias snudò le zanne.
    Nelle montagne immerse nel buio echeggiò, straziante, l'ultimo urlo di un drago condannato.
     
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    Zacharias quando si trova il drago dormiente davanti:
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    Capitolo XIII

    Trikky era sempre stato un goblin nervoso, ma quella sera, accampato con i suoi seguaci nella Foresta delle Ombre, era più nervoso che mai.
    Un'aura opprimente giungeva con il calar del sole, e Trikky Ztrangolazgorbi la sentiva pesare sulla sua piccola testa verde.
    Con i suoi compagni erano in diciotto, un numero rassicurante, ma la cosa non lo calmava.
    Fin da quando, quel mattino, aveva sentito urlare un drago, sui monti, era sospettoso di tutto.
    Le pattuglie di milizia cittadina e le spedizioni di nani non lo inquietavano come un tempo, e tutto il suo essere invece tremava senza sapere perchè.
    Poteva, in quanto giovane sciamano, sentire la Magia Oscura accumularsi da qualche parte.
    Le sue riflessioni cessarono quando il suo gruppo si imbattè in qualcosa: carogne di nani.
    Ridendo, i suoi compagni si gettarono sui corpi, pronti a derubarli.
    Trikky fu trattenuto dalla stessa angoscia della giornata, ora molto più forte.
    Fece un passo indietro, e qualcosa planò sui suoi compagni, veloce come un fulmine, grosso come un masso, fragoroso come un uragano.
    Il piccolo sciamano fu colto dal panico vedendo un drago putrefatto azzannare a morte due goblin e schiacciarne un altro con la coda poderosa.
    Poi la bestia emise dalla bocca un getto di gas verdastro, e altri quattro goblin che lo respirarono crollarono ansimando i loro ultimi respiri.
    La figura magra, avvolta in lacere vesti da mago che cavalcava il drago fece un cenno annoiato.
    Sette piccoli goblin si decomposero sotto l'incantesimo oscuro, mentre i loro spiriti urlanti venivano fatti a brandelli.
    Trikky tentò la fuga con i compagni rimasti.
    Con la coda dell'occhio, il piccolo sciamano vide il drago squartare con gli artigli il goblin più lento. Poi la bestia nonmorta e il suo nonmorto cavaliere atterrarono davanti a lui, schiacciando gli ultimi suoi compagni.
    -Notevole,vero?- disse l'uomo,s cendendo dal drago con agilità sovrumana.
    -Ogni notte ringrazio il mio maestro Melkhior, che mi rese in grado di uccidere e resuscitare questo allegro
    cucciolo. A proposito, dovrei fargli visita. Ma anche tu pari interessante.-
    Trikky concentrò tutta la sua energia magica in un fulmine verde, ma bastò un cenno del vampiro.
    La magia scemò dalle sue mani, lasciandolo debole e fiacco.
    -Pessimo, piccolo. Sei debole. Eppure riuscisti a uccidere mia madre, o lo fece qualche tuo amico. Doveva essere una ben misera cagna.-
    Il vampiro rimontò sul suo drago.
    -Vattene piccolo. Considerala gratitudine.-
    Trikky lo fissò stupito. -Per koza?-
    Il vampiro rise prendendo il volo sul drago
    -Senza di te Zacharias il Sempiterno non sarebbe mai nato. Sarebbe stato solo un povero contadino fallito. Perciò addio!-
    Poi, mentre l'incredulo goblin correva via, Zacharias lanciò un fulmine oscuro verso di lui.
    Il braccio destro del piccoletto si staccò di netto, con uno schiocco.
    Mentre Trikky urlava sul terreno, il drago spiccò il volo.
    -Ah giusto- disse Zacharias –questo è per quello che mi hai fatto soffrire-.
    Poi guardò avanti.
    La torre di Melkhior brillava al tramonto.
    -Arrivo, Maestro!- ringhiò sordamente il vampiro…
     
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    Mmm...tutto molto veloce
     
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    Capitolo XIV

    Zacharias giunse presto alla torre. Ricordava tutto alla perfezione, ogni pinnacolo si stagliava preciso davanti ai suoi occhi.
    Il drago ringhiò quando vide alcuni ghoul correre nella radura, lanciando urla incoerenti. Zacharias lo trattenne con la sua volontà: il suo obiettivo era un altro.
    Melkhior era accovacciato sulla terrazza più alta, un sorriso ebete e uno sguardo torvo.
    -Eccolo! Dannata piccola seccatura…-
    frasi potenti uscirono dalle sue labbra, mentre un vento oscuro scuoteva le cime degli alberi.
    -Ora, Melkhior, vedi cosa sono diventato. Ora sono io il Maestro!- gridò Zacharias planando verso di lui, le zanne scoperte in un'empia gioia.
    Melkhior rispose con una risata urlante, mentre il suo deforme incubo alato lo raggiungeva.
    L'antico vampiro sguainò la spada, poi saltò a cavalcioni della sua creatura.
    -Muori!!Di nuovo,muori!!-strillò sbavando e spronando la sua cavalcatura.
    Le creature nonmorte enormi si scagliarono addosso l'una contro l'altra.
    Era una lotta di uguali ed opposte malvagità, ed ognuna di loro aveva fatto disperare donne, urlare uomini.
    Ed ognuno di loro aveva sofferto, con tutti e più di tutti.
    L'odio, in fondo, non è che un vomitare la nostra tristezza, soffrendo e facendo soffrire.
    L'urto fu così violento che venne sentito fino alle montagne, dove i nani imprecarono e pregarono Grungni.
    Abbracciate nel cielo, le creature si graffiavano, mordevano e scalciavano con odiosa violenza.
    Sui loro dorsi, i necrarchi si lanciavano magie letali, ringhiando.
    Zacharias aveva un controllo maggiore nella Nera Arte, ma Melkhior stringeva il libro di Nagash, che lo colmava di grande potere.
    Poi il drago di Zacharias assestò un calcio micidiale all'incubo, che precipitò urlando con un'ala spezzata. Melkhir fu lesto: piantò la spada sella fronte del drago, e restò in aria.
    Ghignando, Zacharias lo artigliò sul viso.
    L'antico vampiro precipitò a terra.
    Pazzo di odio, Zacharias si staccò dal dorso del drago e si lanciò contro di lui, nel vuoto.
    Il bastone arcano e la spada magica tintinnarono tra loro mentre i due cadevano.
    -Ti massacrerò!- gridò Melkhior -ricorderai questo giorno!-
    -Hai ragione…- ringhiò Zacharias -tu non sopravvivrai per averne memoria!-
     
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    La caduta di coppia con le armi che tintinnano tra loro credo sia stata influenzata da Gandalf che insegue il Balrog xD
     
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    Capitolo XV

    I due vampiri sbatterono pesantemente contro la torre nella loro caduta.
    Schegge di pietra si staccarono dalla costruzione, ma i due continuarono a lottare.
    Un albero attutì l'impatto col terreno.
    Tra rami spezzati e foglie volanti, Zacharias si staccò dall'avversario e appena lo vide rialzarsi lo colpì con un fulmine magico.
    Urlando Melkhior rotolò all'indietro, col petto fumante.
    Mentre il drago atterrava dietro a Zacharias, i due vampiri videro qualcosa in terra: era i Libro di Nagash!
    Melkhior doveva averlo perso durante la colluttazione.
    -Non toccarlo!!- strillò l'antico vampiro e si gettò in avanti, lanciando dagli occhi un raggio mortale.
    Zacharias schivò il colpo magico, e comandò mentalmente al drago di attaccare.
    La bestia mastodontica scattò in avanti, e Melkhior venne spinto lontano dalla coda scagliosa del mostro nonmorto.
    Zacharias corse verso il libro, ma in quel momento il moribondo Incubo di Melkhior saltò addosso al
    drago.
    Approfittando del diversivo, l'antico maestro di Zacharias saltò verso il libro.
    Per un millesimo di secondo Zacharias raggiunse il libro prima, e Melkhior cadde in terra ai suoi piedi.
    Il giovane vampiro aprì d'istinto il libro e sentì un potere incredibile colmarlo, in ogni fibra del suo essere.
    Quando Melkhor si mise su un ginocchio, Zacharias lasciò libero il potere.
    Fu come se una meteora si fosse abbattuta sul mondo.
    La torre volò in pezzi, schiacciando diversi ghoul terrorizzati.
    Il drago zombi stringeva tra le zampe il corpo dell'Incubo alato.
    E, il libro e il bastone in mano, Zacharias si ergeva davanti a Melkhior.
    Il corpo dell'antico vampiro era ferito, il mantello lacerato.
    La spada giaceva lontana…
    -Ora- disse Zacharias -prega i tuoi Dei!-.
    -Non te l'hanno detto, Zac? Io sono il mio unico Dio!- ringhiò Melkhior.
     
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